Filtri a diatomee per l’acqua in piscina…o da bere

Il filtro a diatomee rientra nella categoria delle innumerevoli tecnologie che nel tempo hanno trovato molteplici applicazioni, approdando anche nel mondo delle piscine.

10 DIC 2013 · Tempo di lettura: min.
Piscine Culligan

Il filtro a diatomee rientra nella categoria delle innumerevoli tecnologie che nel tempo hanno trovato molteplici applicazioni, approdando anche nel mondo delle piscine. Questo filtro, inizialmente pensato per la potabilizzazione dell’acqua per l’esercito americano, diventa nel corso dei decenni una delle principali tecnologie di filtrazione per piscine.

Il segreto di tale successo risiede nelle caratteristiche della farina fossile distribuita nei filtri, proveniente dalla decomposizione di alcune alghe marine: le diatomee. Questo fossile si presenta con una granulometria inferiore rispetto ai quarzi dei filtri a sabbia e si distingue per l’elevata porosità dei singoli granuli, garantendo un’eccellente filtrazione.Questa elevata porosità è destinata ad esaurirsi nel tempo in quanto si otturano tutti i pori delle diatomee e l’acqua non riesce più a passare, in tal caso, si deve procedere con la sostituzione di nuova farina fossile. Lo svantaggio è dovuto proprio a queste operazioni di gestione che sono costanti e delicate.

Se da un lato la filtrazione a diatomea conferisce all'acqua un aspetto brillante, dall’altro richiede una continua manutenzione.

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Filtro a diatomee Fonte: Culligan

La prima azienda nel settore piscine a sperimentare le diatomee è stata Culligan negli anni 60. Attualmente questa azienda propone il filtro Hydro-Cleer caratterizzato da una filtrazione su manto di diatomee che utilizza delle candele autopulenti come supporto, costituite da molle di acciaio inox ricoperte da una calza di polipropilene. Con questa tecnica, l’acqua viene immessa nel filtro che attraversa il manto di diatomee e ne esce limpida e disinfettata per essere immessa nuovamente in vasca. Il sistema brevettato da Culligan nei momenti in cui la pompa è spenta, permette alle candele di liberare le diatomee sporche, facendole cadere sul fondo del filtro per essere poi scaricate.

Con i filtri a diatomee è possibile lavorare a bassa velocità di filtrazione trattando comunque grandi portate d’acqua, tutto questo a beneficio dei consumi elettrici che per questa tecnologia sono ridottissimi. Un impianto a diatomee ha inoltre il vantaggio di costare generalmente meno di uno a sabbia, di occupare meno spazio rispetto ai filtri concorrenti e di non richiedere l’impiego di flocculanti chimici. L’utilizzo del cloro in vasca è ridotto notevolmente, in quanto la maggior parte delle sostanze è trattenuta nel filtro.La caratteristica brillantezza e lucentezza dell'acqua di una piscina trattata con filtri a diatomee è difficilmente comparabile con quella di una piscina dotata di filtri a sabbia.

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Scritto da

Pasquale Convertino

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